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Dipendenti e pensionati versano la maggior parte delle imposte

di Giuseppe Rebecca
commercialistatelematico.com - 14 agosto 2025

C’è forse qualcosa che non va nel sistema tributario italiano. Ci riferiamo proprio alla sua impostazione di base. Non siamo economisti né specializzati in analisi macroeconomiche, ma tentiamo ugualmente un approccio analitico sulla questione, scusandoci sin d’ora di possibili eventuali inesattezze: di fatto lavoratori dipendenti e pensionati versano la quota maggiore di imposte.

Riportiamo una sintesi dei dati, relativi al 2024, pubblicati a marzo 2025 nel Bollettino delle Entrate Tributarie 2024. I dati riguardano: totale delle entrate, accertamenti compresi, in miliardi di euro arrotondati (alle volte è da guardare solo il totale per settore).

Dati Bollettino delle Entrate Tributarie 2024

IMPOSTE DIRETTE

                       

IMPOSTE INDIRETTE

 TOTALE GENERALE ENTRATE TRIBUTARIE 2024       620

 

Una breve analisi: dipendenti e pensionati versano il 55% delle imposte dirette

Si può subito avanzare una osservazione: la parte prevalente delle imposte dirette è versata dai dipendenti e dai pensionati. E’ ben oltre  il 55% del totale delle imposte dirette. Il totale delle imposte dirette rappresenta il 57% del totale delle entrate per imposte, dirette ed indirette.  L’IVA, pur essendo l’imposta con maggiore importo,  non ha quell’impatto sul totale delle entrate che si potrebbe forse ipotizzare; rappresenta il 30% circa del totale.

Le altre imposte indirette rappresentano circa il 13% del totale.  Le imposte sulle successioni e donazioni non sono autonomamente riepilogate, e si ritiene che il loro ammontare sia molto ridotto, nel complesso.

 Da una analisi effettuata dall’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate realizzata da Itinerari Previdenziali nel gennaio 2025,  risulta che solo il 13,9% del lavoratori dipendenti riesce a superare la soglia dei 35.000 euro annui lordi, il che deve far riflettere sulla struttura del mercato del lavoro, in Italia. Situazione che ovviamente ha un grande impatto anche sulla fuga dei cervelli  e dei giovani in generale dall’Italia. Per i pensionati, un po’ meno di 11 milioni hanno pagato qualcosa, per imposte.

Dall’analisi dei dati IRPEF per il 2023  effettuata dalla Direzione Studi e Ricerche Economico-Fiscali del Dipartimento delle Finanze  del Ministero qualche dato (arrotondato):

Dal Bollettino del Dipartimento delle Finanze del Ministero n. 191 dell’aprile 2025, “Entrate Tributarie Internazionali” per il 2024, riportiamo qualche dato, rapportandolo ai dati ufficiali italiani:

Dai dati riportati si evidenziano differenze molto significative, che suggerirebbero un qualche approfondimento.

Il gettito fiscale, in percentuale sul PIL, in Italia è tra i maggiori. Nel 2021 era del 43,28%, tra i massimi in Europa.

Può risultare interessante anche un sintetico esame dei crediti dello Stato per imposte, tasse, contributi, multe ed altro non riscosse/i:
tra il 2000 e il 31 gennaio 2025 il totale ammonta a 1.280 miliardi, di cui:
– 823 [oltre il 64%] sono da imputare a società di capitali e cooperative.
– 300 miliardi dovuti da  dipendenti e pensionati e altro,
– mentre i rimanenti 157 miliardi sono dovuti dalle partite iva personali.
(Fonte CIGA di Mestre).

Qualche spigolatura

Come si è visto, dipendenti, pubblici e privati, assieme ai pensionati, garantiscono un introito complessivo pari al 55% delle imposte dirette, mentre il loro reddito complessivo rappresenta l’81% del totale dei redditi soggetti ad IRPEF.  E si tratta di oltre 36 milioni di persone, con un reddito medio di  circa 24.000 euro annui.

L’apporto  complessivo delle imposte indirette  al totale delle entrate è del 43% circa.

Dipendenti e pensionati  apportano, come imposte dirette, come minimo il 31,5% del totale delle imposte  complessive. Sono poi anche soggetti passivi IVA, assieme a molti altri; il totale dell’IVA versata, che quindi ha inciso sui consumatori finali, è di 188 miliardi di euro. Grandissima parte di questa IVA può essere imputata ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Si potrebbe ipotizzare, come minimo,  in assenza di  altri dati, 150 miliardi  a loro carico. Ma potrebbero anche risultare superiori; ne consegue che dipendenti e pensionati pagano anche il 24,2 % del totale delle entrate per IVA.
E quindi complessivamente, tra IPREF e IVA, i dipendenti e i pensionati versano oltre il 55,7% delle imposte, in Italia. Cui aggiungere le tasse sul tabacco, le accise e tanto altro. Si potrebbe arrivare all’incirca al 60%.

In definitiva si può ragionevolmente sostenere che l’intero sistema tributario italiano è sostenuto per la gran parte dai dipendenti, pubblici e privati, e dai pensionati. Le altre categorie di percettori di reddito sono complessivamente incise in misura inferiore. Certamente il numero delle persone coinvolte, tra dipendenti e pensionati, può giustificare questa impostazione, ma un approfondimento sul tema sarebbe auspicabile.

Naturalmente occorre tenere nella dovuta considerazione anche il proliferare negli ultimi anni delle imposte sostitutive, ad esempio quella applicabile ai contribuenti forfettari, quella sugli affitti, la cosiddetta cedolare secca, la tassazione, sostanzialmente al 26%, sui redditi di natura finanziaria, c’è ormai una sostitutiva per tutti…

 

 

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