Vicenza, Lunedì 29 Aprile 2024

Arbitrato, costa troppo?

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 148 luglio-agosto 2002

La riforma del diritto societario in discussione (Commissione Vietti) prevede un allargamento dell’utilizzo dello strumento dell’arbitrato. Il Ministro della Giustizia Roberto Castelli ha recentemente ricordato come, sul sistema giudiziario, si scarichi ogni anno una valanga di ricorsi, un milione e settecentomila nuovi ricorsi, ogni anno. Oltre il 10% della popolazione va davanti ad un giudice; il sistema alla lunga non può funzionare. (Il Sole 24 Ore, 18 luglio 2002) Per quanto concerne l’arbitrato, il Ministro ha riscontrato nel costo una forte limitazione alla sua diffusione. Nella sua affermazione c’è qualcosa di vero, ma si devono fare due puntualizzazioni, e precisamente: 1) omogeneità del confronto; 2) le tariffe. Per quanto concerne il confronto, è ben vero che se confrontiamo il costo dei giudici per un giudizio ordinario e il costo di un arbitrato, quest’ultimo costa indubbiamente di più. Ed è anche cosa del tutto ovvia. E’ peraltro anche noto come l’amministrazione giudiziaria sia uno dei pochi servizi ancora offerti gratuitamente, o quasi, a tutti. Il tributo unificato che si versa ora all’inizio delle cause, infatti, non rappresenta certamente il costo del giudizio, nemmeno copre la parte corrispondente al lavoro delle cancellerie. In buona sostanza i giudici sono offerti dallo Stato. Unico disincentivo al loro ricorso è, se lo può essere, la lunghezza dei processi, ma ben si comprende come ciò non valga per ambo le parti. Si pagano, almeno in parte, le medicine, i trasporti pubblici, l’università, e invece la giustizia è offerta sostanzialmente gratis, a tutti, senza alcuna limitazione, tra l’altro. (...)

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