Vicenza, Sabato 27 Aprile 2024

L'arbitrato a Venezia

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 144 novembre-dicembre 2001

L’arbitrato, procedura di giustizia alternativa, pur conosciuto, pur promosso da molti, stenta a decollare. La nostra categoria professionale (dottori commercialisti) da tempo si occupa dell’argomento, e ci siamo fatti anche parte attiva per una proposta allora forse un po’ troppo innovativa: la Camera Arbitrale “CAIAC”, Camera Arbitrale Italiana per l’Arbitrato e la Conciliazione. Si tratta di un progetto di camera arbitrale interprofessionale composta da tutte le categorie professionali che lo desiderassero e, come dai più auspicato, anche da Unioncamere. E’ auspicabile che la proposta venga presto ripresa in esame; l’avvio di una Camera Arbitrale Nazionale unica, con sedi periferiche in tutta Italia, potrebbe dare all’arbitrato quell’impulso che, ad oggi, forzatamente ancora gli manca. Molte sono le Camere Arbitrali, ma le iniziative e gli sforzi sono frazionati; è quindi razionalmente difficile ipotizzare la prevalenza dell’Arbitrato amministrato rispetto all’arbitrato ad hoc; la diffusione dell’arbitrato amministrato non potrà che essere limitata alla stretta area di influenza locale. E’ interessante osservare come, nel 1500, l’arbitrato fosse già diffuso in Italia. Abbiamo rintracciato una legge del Maggior Consiglio di Venezia, la legge 22 luglio 1578 che non trattava dell’arbitrato in generale, ma di un abuso allora diffuso in materia arbitrale. Poiché le decisioni arbitrali erano inappellabili, si era diffuso il vezzo di sostituire convenzioni con lodi arbitrali, sottoscritti evidentemente da arbitri compiacenti; il contratto (lodo) sarebbe stato così inappellabile. La legge è intervenuta per bloccare questa prassi, e l’inappellabilità del lodo era riconosciuta solo se gli arbitri giuravano di aver sentito le parti e visti i documenti. Si era così reso difficile, se non quasi impossibile, a pena di spergiuri, sostituire contratti con lodi. Pubblichiamo il testo originale e uno trascritto, per facilità di lettura. (...)

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