Riforma del diritto fallimentare: proposte di interventi di limitato impatto generale ma di sicura effetto pratico

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di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 142 luglio-agosto 2001

La riforma della legge fallimentare, riforma che ci auguriamo possa trovare sollecita attuazione, potrebbe essere accompagnata anche da novità di limitato impatto sulla costruzione generale, ma non per questo meno rilevanti. Elenchiamo, sinteticamente, le varie proposte: 1. Ripartizione proporzionale delle perdite a tutti i creditori ammessi allo stato passivo Oggi la situazione è questa: una selva di privilegi, frutto di poche norme di base implementate nel tempo sulla base di spinte di tante categorie. I creditori chirografari sono così sempre più i veri paria del fallimento, quelli che ne sopportano, sempre, il peso maggiore. I creditori privilegiati assorbono quasi sempre tutto l’attivo del fallimento. Al di là di una necessaria rivisitazione dei privilegi, con congruo sfoltimento delle previsioni, potrebbe risultare interessante una innovazione semplice. Attribuire una perdita, necessariamente piccola, a tutte le categorie di soggetti creditori, perdita che aumenta con il passaggio ai successivi privilegi nella scala dei privilegi stessi. Esemplificando: si potrebbe attribuire alla prededuzione il pagamento pieno, ai dipendenti una perdita del 3%, agli enti previdenziali una perdita del 5%, ai professionisti, artigiani e agenti una perdita del 15%, e così via… Ciò per tutti i creditori, o per quelli con il credito più recente. La percentuale non sarebbe rilevante per il singolo creditore, e consentirebbe sicuramente di soddisfare più creditori; i creditori chirografari potrebbero aspirare a qualche maggiore soddisfazione. (...)

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