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>> Anno 2005

I nodi da sciogliere

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di Giuseppe Rebecca
Summa, N. 209 - gennaio 2005

Della revocatoria fallimentare delle rimesse bancarie si è detto molto, in questi anni, e al di là di disquisizioni da parte della dottrina, la giurisprudenza di merito e di legittimità è abbastanza monocorde, in tutti i temi. Pare raggiunta una situazione di univocità interpretativa che invero a nostro avviso non appare ancora appagante. Sono revocabili le somme versate sul conto corrente scoperto; i fidi che non sono anticipazioni non si sommano (vedi fidi s.b.f.), gli eventuali insoluti si detraggono dall’importo anticipato dalla banca, nel caso di foglio, ma non ai fini della determinazione del saldo disponibile, si revoca l’anticipazione del foglio da parte della banca oppure il pagamento del debitore. Pare tutto oramai pacifico. Non è così. Sono argomenti ancora fluidi, a nostro avviso, e sicuramente troveranno degli ulteriori sviluppi. Del resto, anche la materia stessa della revocatoria delle rimesse bancarie ha avuto, a normativa costante, più fasi interpretative: dapprima nessuna revocatoria, poi revocatoria in base al massimo differenziale di saldo su conto scoperto, ed infine l’affinamento del concetto di saldo disponibile. Alcuni aspetti non hanno poi ancora trovato adeguata soluzione, e spingeranno sicuramente a nuovi interventi, tesi anche alla ricerca di quell’equità che pare oggi del tutto squilibrata a danno delle banche. E’ benvero, peraltro, che per non essere soggetti a revocatoria fallimentare basterebbe una cosa molto semplice, a dirsi, lasciando operare il cliente solo nei limiti del fido, ma da un punto di vista pratico commerciale ciò non è sempre possibile, e le varie esperienze pratiche son lì a confermarlo. Indichiamo le cose a nostro avviso ancora non ben definite. (...)

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