>> Anno 2007

Retroattività forzata sulle aree edificabili

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di Giuseppe Rebecca
Il Sole 24 Ore - Norme e Tributi, N. 84 - 26 marzo 2007

Il decreto legge 223/06 (articolo 36, comma 2) ha specificato ohe «un'area è da considerarsi fabbricabile» con il semplice inserimento nel Piano Regolatore Generale approvato da parte del Comune, indipendentemente dall'ok da parte della Regione e dall'adozione dei piani attuativi. Ciò dal 4 luglio 2006 per ben quattro imposte: Iva, Irpef, Registro e Ici. La scelta appare indubbiamente coerente con il mercato e pone fine alle questioni insorte, oggetto di innumerevoli e talvolta anche contrastanti sentenze della Cassazione (da ultimo, sul Sole- 24 Ore del 5 marzo). L'Amministrazione, però, fin da subito ha classificato quale retroattiva questa norma (circolare 28/E/06 e poi ó/E/06). È bastata l'espressione «è da considerarsi fabbricabile» per far attribuire al Dl 223 la qualifica di norma interpretativa: un po' poco, invero. In senso conforme, peraltro, si registrano anche la sentenza n. 238 del 3 ottobre 2006 della Ctr Lazio e infine la Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 25506 del 30 settembre 2006, commentata a fianco. Il punto è che, in tutti questi provvedimenti, manca una reale motivazione. Così, sbaglia l'Amministrazione quando, nella circolare 28/E, afferma che si è voluto estendere alle altre imposte quanto già dettato ai fini Ici. Ma per l'Ici è stato solo detto, con la precedente norma (questa sì) di interpretazione autentica, che per considerare fabbricabile un'area non è richiesta l'adozione dei piani attuativi, senza però specificare se fosse sufficiente l'approvazione del piano regolatore da parte del Comune, o fosse anche richiesto il passaggio in Regione. In ogni caso ci si può chiedere: se la nuova norma aveva voluto interpretare tutte le norme tributarie che riguardano i terreni, perché avrebbe ricompreso anche l'Ici, che a questo punto era già stata diversamente interpretata? Due disposizioni di interpretazione autentica per una norma (quella sull'Ici) paiono decisamente troppe.(...)

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