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>> Anno 2011

Consulta, qualcosa cambia. Ma quanto ci costi!

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di Giuseppe Rebecca e Giorgia Favaro
Il Commercialista Veneto, N. 201 - Maggio/Giugno 2011

La Corte Costituzionale ha ora cambiato rotta, per la nomina del suo Presidente. Il 6 giugno 2011 è stato eletto successore di Ugo de Servio ( Presidente in servizio fino al 29 aprile) Alfonso Quaranta, magistrato napoletano classe 1936, Presidente della Corte Costituzionale numero 35. E fin qui nulla di straordinario. Ma ciò che può interessare sono due fattori. Il primo è che Quaranta starà in carica per un tempo molto più lungo rispetto ai suoi predecessori. Il suo mandato durerà infatti fino a gennaio 2013, quindi circa un anno e mezzo, permanenza maggiore rispetto alle cariche di durata molto breve ricoperte fino ad ora (si pensi al caso estremo di Cazzaniello, Presidente per appena 44 giorni, dal 09 settembre 1995 al 23 ottobre 1995). Il secondo è che la Corte questa volta ha lasciato da parte la riserva di anzianità che solitamente applicava al momento di eleggere il nuovo Presidente. Quest’ultimo è nominato dall’assemblea dei 15 giudici a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, rimane in carica tre anni ed è rieleggibile. Per prassi, fino ad oggi, la Presidenza spettava ai giudici che stavano concludendo il mandato, in modo da garantire una certa mobilità delle cariche. In buona sostanza la quinta carica della Repubblica italiana, e tutti i privilegi a vita che ne derivano, era palleggiata a turno al giudice con il mandato più remoto. Chi fosse riuscito a diventare componente della Corte Costituzionale, salvo eventi naturali, poteva aspirarne, senza troppo fantasticare, a diventarne Presidente. O Vicepresidente, come nel caso di Paolo Maddalena e Alfio Finocchiaro, giudici cui sarebbe spettato il mandato per anzianità, ma che sono stati ricompensati entrambi con la carica di Vicepresidente. Insomma, a patto di avere pazienza e salute, sembra esserci posto per tutti. Ora ci sarà da capire cosa è da fare nel 2013, anno in cui è prevista la scadenza del mandato per ben cinque attuali giudici della Corte Costituzionale. Anche alla luce delle difficoltà che talvolta determina l’alto quorum (maggioranza di due terzi) previsto per la nomina dei cinque giudici eletti dal Parlamento in seduta comune. Regola che potrebbe essere insidiosa, in quanto la Corte per funzionare necessita di almeno 11 giudici; già nel 2002 per la prima volta la Corte ha rinviato la discussione su una delle cause in ruolo per mancato raggiungimento del quorum di 11 giudici. Ma se la Corte manterrà la linea di comportamento scelta nelle ultime elezioni, evitando il passaggio per anzianità, tali problemi non si porranno.

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