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Corte Costituzionale, i privilegi di essere presidente

di Giuseppe Rebecca e Giulia Lovato
portale Lettera43.it, 14 ottobre 2013

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Non si smentisce nemmeno nel 2013 la Corte Costituzionale. Dopo soli sette mesi e 20 giorni, Franco Gallo cessa dalla carica di presidente. In linea con i suoi predecessori.
Non si distinguerà nemmeno il nuovo presidente, Gaetano Silvestri: eletto il 19 settembre 2013, rimarrà in carica al massimo fino al 28 giugno 2014 (poco più di nove mesi), data di scadenza del suo mandato.
E si possono già fare previsioni per il prossimo presidente. Due sono i possibili nomi: Sabino Cassese o Giuseppe Tesauro, giudici con mandato in scadenza più prossimo (entrambi, infatti, hanno prestato giuramento il 09 novembre 2005). Quindi, supponendo che effettivamente Silvestri resterà in carica fino al 28 giugno 2014, il suo successore, se scelto con i suddetti criteri, resterà in carica al massimo fino al 9 novembre 2014, poco più di quattro mesi.
Aveva fatto ben sperare, negli anni scorsi, Alfonso Quaranta, rimasto in carica per ben 20 mesi. Ma dopo questo passo avanti, la Corte Costituzionale ha fatto due passi indietro.


37 PRESIDENTI IN 57 ANNI. Si conferma, ovvero, quella che è ormai da molto tempo la prassi: il presidente della Corte Costituzionale viene eletto tra i giudici che stanno concludendo il mandato, con conseguente e continuo susseguirsi di nuovi presidenti.
Questo garantisce certo una buona mobilità della carica (che, ricordiamo, ha in realtà durata tre anni con possibilità di rielezione del candidato), ma soprattutto assicura ai giudici costituzionali la certezza, salvo eventi naturali, di chiudere il loro mandato da presidente - o alla peggio da vicepresidente.
In soli 13 anni, dal 2000, si sono susseguiti 14 presidenti, praticamente uno all’anno. Dal 1956, con il neo eletto siamo arrivati a quota 37 presidenti in 57 anni, una media di uno ogni anno e mezzo.

STIPENDIO DOPPIO RISPETTO AL CAPO DELLO STATO. Una carica molto ambita quella di presidente della Corte Costituzionale, sia per una questione di prestigio sia per una questione di privilegi: lo stipendio del presidente della Corte Costituzionale è circa il doppio di quello del presidente della Repubblica (circa 500 mila euro contro circa 240 mila). In aggiunta, al neo eletto spettano anche altri benefici (alcuni mantenuti anche dopo il pensionamento), tra cui alloggio di servizio presso il Palazzo della Consulta, auto blu, accesso ai voli di Stato, indennità di rappresentanza, segretari e assistenti, per non parlare di una pensione particolarmente consistente.
Restando in tema di rimborso pensionistico, per i 20 ex giudici costituzionali in quiescenza (e nove loro superstiti) è stimata, da bilancio di previsione 2013, un’uscita complessiva di almeno 5 milioni e 800 mila euro. Solo 100 mila euro in meno rispetto al bilancio 2012, nonostante il numero di giudici in quiescenza sia passato da 21 a 20.

SPESE DA CAPOGIRO. Invero, ingenti sono anche le spese per il funzionamento della Corte. Con 334 dipendenti tra personale di ruolo in servizio, personale comandato, personale a contratto o con vari incarichi, nonché i 15 giudici e tutti i costi a essi legati, le spese complessive ammontano a quasi 62 milioni. Per fortuna è stanziato ogni anno un contributo dello Stato di 52,7 milioni di euro.
Nel dettaglio, dal bilancio 2013 si osserva che alla categoria 01 – Giudici Costituzionali, al Cap. 101 – Retribuzione, la previsione di cassa ammonta a 7 milioni e 375 mila euro, ovvero 1 milione e 245 mila euro in più rispetto al 2012. Alla Categoria 03 – Personale in quiescenza, l’importo totale indicato è 19,3 milioni, contro i 18,7 dell’esercizio precedente. Una nota positiva: alla Categoria 04 – Acquisto di beni e servizi, in quasi tutte le voci si rileva una riduzione della previsione di cassa rispetto al 2012, con un risparmio complessivo di 184 mila euro. Resta fermo che tali spese, sostenute annualmente, sono comunque sempre ingenti.

 

  • Beni di uso e consumo inerenti a riunioni e attività di ricevimento

€ 47.000,00

  • Organizzazione e partecipazione a convegni, conferenze e cerimonie

€ 125.000,00

  • Manutenzione Palazzo Consulta e altri locali

€ 110.000,00

  • Noleggio macchine d’ufficio e servizi integrati di gestione documentale e stampa

€ 712.000,00

  • Manutenzione di mobili, arredi, macchine d’ufficio e attrezz. informatiche

€ 114.000,00

  • Materiali d’ufficio ed informatici

€ 193.000,00

  • Noleggio, assicurazione e parcheggi autovetture

€ 614.000,00

  • Conduzione, manutenzione, assistenza tecnica e aggiornamento sistemi informatici e rete dati

€ 550.000,00

  • Manutenzione impianti, elettrico, idrico, di riscaldamento e di condizionamento, antincendio, rete dati fonia, tcvd, pulizia locali, tassa rifiuti, lavanderia e facchinaggio

€ 746.000,00


A questo punto ci si domanda: se l’ammontare delle spese per il funzionamento della Corte è pressoché costante (o in aumento) negli anni, lo è anche l’impegno profuso dalla stessa? Dalle statistiche messe a disposizione dalla Corte Costituzionale stessa, si evince che le decisioni annuali sono invece sempre più diminuite, negli anni.
Dalle 592 decisioni del 2000, siamo arrivati alle 382 del 2003, alle 342 del 2009 e del 2011 fino al picco negativo del 2012, con 316 decisioni prodotte nell’anno. Praticamente, una decisione per dipendente/anno e circa 21 decisioni per giudice/anno. Restiamo in attesa dei dati relativi al 2013.
Non sarebbe a questo punto opportuno rivedere la struttura e la stessa produttività della Corte Costituzionale?

 

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