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La bolla mondiale dei derivati

di Giuseppe Rebecca
Il Commercialista Veneto, N. 217 - Gennaio / Febbraio 2014

Caro Direttore,
a giugno 2013. il monte derivati (valore del sottoscritto) mondiale era di 693 mila miliardi di dollari USA (dati dicembre 2013 BRI, Banca dei Regolamenti Intemazionali). E una cifra immensa, inimmaginabile, e di per sé stessa poco significativa, almeno all'apparenza. Si pensi che il PIL italiano è di poco più di 2.000 miliardi di dollari (nel 2012).
Rispetto ai dati di dicembre 2012, ci sono 60 mila miliardi in più, quasi un 10% in più in soli 6 mesi.
Il fair value è di 20 mila miliardi di dollari.
A giugno 2007, ante crisi mondiale, il totale era di soli, si fa per due, 508 mila miliardi con un fair value di 11 mila miliardi. Se si guarda la composi zione, quasi tutta questa massa si riferisce a derivati sugli interessi (577 mila miliardi, contro 381 mila miliardi nel 2007).
Ricordiamo come il PIL mondiale non superi i 72 mila miliardi di dollari USA (dati CIA WORLD FACTBOOK, fine 2012). Forse non ha molto senso paragonare le due realtà, ma una certa impressione che qualcosa sia sfuggito di mano c'è.
La situazione oggi è ben più elevata, rispetto al 2007. Pare quindi assolutamente ragionevole attendersi degli effetti negativi anche molto rilevanti, già a breve.
Intanto la corsa a questo strumento, di per sé neutro, ma sinonimo, di fatto, di speculazione, continua, aggravando sempre più la prossima futura sicura nuova crisi mondiale.

 

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