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Per il rilancio dell'usato immobiliare servono agevolazioni fiscali

di Giuseppe Rebecca
EUTEKNE.INFO - Il quotidiano del Commercialista, 20 ottobre 2017 

Il mercato immobiliare italiano mostra dei segnali di ripresa, ancorchè ancora un po’ deboli.

Nello stesso tempo da più parti si cerca di ridurre l’utilizzo del suolo, anche tenuto conto della massa di immobili vuoti, non solo nelle città, ma soprattutto nelle zone industriali.

Si cercano nuove proposte di riutilizzo e di sviluppo. Tra queste anche il fisco potrebbe fare la sua parte.

Come prima cosa ci riferiamo alle agevolazioni per i trasferimenti immobiliari. Pare quantomeno strano che si sia pensato di agevolare il mercato delle autovetture, consentendo l’intestazione delle auto usate ai concessionari senza particolari oneri di trasferimento, e non si sia pensata la stessa cosa per gli immobili.

Si tratterebbe di un intervento semplice, e di grande impatto.

Si dovrebbe consentire alle imprese immobiliari di intestarsi, senza alcun onere tributario gli immobili usati ricevuti in permuta da parte di acquirenti del loro nuovo. Oggi molte trattative si arenano proprio per questo problema; chi desidera cambiare casa, chi desidera acquistare un ufficio o un negozio nuovo, molte volte deve vendere il precedente immobile. E l’impresa che vende il nuovo potrebbe essere interessata ad una permuta, anche solo parziale, ma l’onere tributario incide troppo.

Bisognerebbe esentare questi passaggi; ma invece di agire in questo senso, si va proprio al contrario.

Un esempio ne è la timida apertura (e poco costosa, per l’erario) fatta nei confronti delle vendite fallimentari e delle procedure esecutive.

Era stata concessa l’agevolazione di poter intestare gli immobili aggiudicati all’asta senza imposte, se non il pagamento di 600 euro, nel caso di acquirente impresa, che allora doveva necessariamente rivendere il bene entro cinque anni (dapprima erano solo due ) o privati per la prima casa (da tenere almeno per cinque anni).

E questo, dal 15 aprile 2016 al 30 giugno 2017 (per effetto di una proroga di 6 mesi, ora scaduta).

Si trattava di una agevolazione che ha avuto poca applicazione pratica, anche per effetto del troppo breve periodo di vigenza, agevolazione scaduta senza che si alzasse una sola voce in difesa di un provvedimento così utile. Costerebbe ben poco riproporla ora, anche a livello di sistema.

Inoltre si potrebbero riproporre le agevolazioni per gli immobili vincolati. Queste sono state sostanzialmente abolite, essendo ora limitate alla successione e donazione (importi esclusi totalmente oppure al 50%, qualora l’immobile non sia ancora sottoposto a vincolo), alla riduzione a metà della rendita e alla percentuale di deduzione spese di manutenzione al 35% in luogo del 5%.

Mancano invece le agevolazioni per i trasferimenti e le locazioni, una volta tassate in base alla sola rendita catastale. Ci si trova così che, a fronte di obblighi di legge per il mantenimento di questi beni, più che doveroso, non esista praticamente più alcuna agevolazione da parte dell’erario.

Quindi oneri non affiancati ad alcun beneficio, con evidenti disparità di trattamento, ingiustificato.uestiQuindi

In conclusione, per agevolare il rilancio degli immobili usati, si dovrebbe consentirne l’intestazione senza pagamento di imposte, pur con qualche limitazione oltre che ripristinare le agevolazioni per gli immobili vincolati.

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