Vicenza, Lunedì 29 Aprile 2024

>> Anno 2017

Responsabilità ambientale d’impresa: grandi differenze fra FCA e Volvo

di Simone Meneghetti
Il Commercialista Veneto, N. 240 - Novembre / Dicembre 2017

 

1. Introduzione: la responsabilità sociale d’impresa

L’impresa, quale soggetto economico radicato nella società, ha senza dubbio un’importante responsabilità economica. Infatti essa produce ricchezza, ha relazioni con altre imprese del territorio e assorbe lavoratori ai quali elargisce uno stipendio.

La responsabilità economica rappresenta pertanto la più rilevante attribuzione assegnata all’impresa. Tuttavia, il solo perseguimento di finalità economiche non è sufficiente alla durabilità dell’impresa, elemento imprescindibile per la stessa.

E opportuno infatti che l’impresa si adoperi per ampliare ad un maggior numero di stakeholder gli effetti della propria attività. Inoltre l’impresa dovrebbe ricercare configurazioni diverse di valore generato: ne risulta una responsabilità allargata, definita sociale o RS1, che mira all’applicazione di una stakeholder view al posto di una più limitata e circoscritta stockholder view.

2. Focus on: responsabilità ambientale d’impresa

All’interno del vasto mondo della responsabilità sociale si colloca la responsabilità ambientale; vi rientrano tutte quelle politiche che l’impresa rivolge al rispetto dell’ambiente e all’ecologia. La questione ambientale è molto importante in primo luogo perché le politiche effettuate per il rispetto ecologico hanno effetti su tutti, anche nei confronti di quei soggetti che non entreranno mai in contatto con l’impresa. In secondo luogo, il rispetto della natura dovrebbe essere un tema molto centrale nelle imprese in virtù di una possibile introduzione di una carbon tax per quelle imprese poco green, e questo andrebbe inevitabilmente a pesare nei bilanci delle imprese lontane da comportamenti filo ambientali.

L’attuazione di politiche di responsabilità ambientale vanno poi efficacemente comunicate ai terzi, per dare disclosure del comportamento ecologico avuto. Da segnalare che anche il mondo della finanza mostra maggior interesse nei confronti della tematica ambientale; ad esempio il London Stock Exchange ha pubblicato delle linee guida per l’ESG reporting. La Borsa di Londra in questo modo propone, alle imprese quotate nei propri listini, di arricchire le informazioni finanziarie con info sociali ed in particolare riguardanti le tematiche Environrnental, Social e Govemance.

3. Un indicatore per valutare le responsabilità ambientale: il SV

È interessante a questo punto, partendo dall'informativa ambientale disponibile, analizzare il comportamento ecologico assunto dall’impresa, al fine di valutare la bontà delle politiche effettuate. In un primo momento è possibile studiare le info ambientali presenti nel report stesso: e quindi, ad esempio, verificare se le emissioni sono aumentate o diminuite nel periodo.

In secondo luogo è bene costruire un indicatore che sappia misurare il livello di responsabilità ambientale raggiunto dall’impresa. Un autorevole indicatore in merito è senza dubbio il Sustainable Value (SV), elaborato da un progetto di ricerca internazionale e finanziato dalla Commissione Europea. Il SV è un indicatore di efficienza, che rapporta misure di output e di input. Con output si identifica il valore economico/finanziario raggiunto dall’impresa, rappresentato dal reddito operativo. Mentre invece con input si fa riferimento ad una misura di capitale ambientale, raffigurabile nel complesso degli effetti ambientali (primo fra tutti le emissioni) che l’attività produttiva genera. Ovviamente l’impresa dovrà ricercare di massimizzare l’output a prefissati livelli di input oppure di minimizzare gli input stante predeterminati output, al fine di rendere massimo l’indicatore.

Il SV si basa sull’assunto che architettare politiche di responsabilità ambientale ha un costo, che andrà ad incidere sul risultato economico. L’elaborazione dell’indicatore in oggetto permette di cogliere la capacità dell’impresa di conseguire contestualmente risultati economici assieme a quelli ambientali. Inoltre per misurare l’efficienza ambientale raggiunta dall’impresa è necessario ricorrere al concetto di costo opportunità, confrontando l’efficienza interna con un’efficienza esterna di mercato che funge da benchmark.

4. Determinazione del SV per Volvo e FCA

Si è compiuta un’analisi per comparare il SV di due note imprese del settore automotive, FCA e Volvo, per l’anno 2015. Il capitale ambientale considerato comprende 5 elementi/risorse:

- NOX, inquinante che comprende tutti gli ossidi di azoto;

- VOC, altro inquinante che deriva dall ’ impiego di composti chimici (diluenti, vernici ecc.);

- CO2, l’inquinante più noto e cioè l’anidride carbonica;

- rifiuti prodotti dall’impresa nel proprio processo produttivo;

- acqua adoperata nella produzione.

Questi dati sono stati rintracciati nei report ambientali delle imprese analizzate. Mentre invece nei bilanci si è ricercato il reddito operativo rilevato dalle due imprese. Si è proceduto poi a ricercare le misure di benchmark: si ritiene che un’adeguata comparazione può essere svolta a livello europeo. Per il valore economico si è adoperato il PIL EU28 per l’anno 2015. mentre invece i diversi elementi ambientali sono stati rintracciati sempre a livello europeo nel sito di Eurostat.

Per il calcolo del SV il primo passaggio è costituito dalla valutazione delle varie misure di efficienza con riferimento al benchmark europeo rispetto ai diversi elementi del capitale ambientale. Le varie misure di efficienza si determinano rapportando il PIL EU28 con le quantità di inquinanti rilevate a livello europeo. Si segnala che il PIL EU28 per l’anno 2015 ammontava a circa 14 mila miliardi di euro: si riporta la tabella numero 1 con i calcoli relativi all’efficienza scaturita nel mercato.

Tabella numero 1: "Risorse ed efficienza Europa"  

RISORSE

UM

QUANTITÀ’

EFFICIENZA

NOX

t

7.667.000

1.921.017

VOC

t

6.751.000

2.181.667

C02

t

3.506.000.000

4.201

RIFIUTI

t

140.000.000

105.203

ACQUA

m3

65

Il secondo passaggio ha il fine di ottenere il costo opportunità per entrambe le imprese, rappresentato dal valore economico che le imprese sarebbero state in grado di conseguire se disponevano dell’efficienza ambientale del benchmark di riferimento. 11 costo opportunità si ottiene moltiplicando l’efficienza EÙ, per ogni risorsa ambientale analizzala, con le rispettive quantità usate dall’impresa.

Si riportano 2 tabelle dell’impresa FCA che contengono i calcoli del costo opportunità e del successivo SV.

Tabella numero 2: "Costo opportunità FCA"  

RISORSE

EFFICIENZA EU

RISORSE FCA

COSTO OPPORTUNITÀ'

NOX

1.921.017

1.332

2.558.794.644

VOC

2,181.667

14.355

31.317.829.785

CO2

4.201

4.009.411

16.843.535.611

RIFIUTI

105.203

30.481

3.206.692.643

ACQUA

65

19.340.000

1.257.100.000

MEDIA

-

 

11.036.790.537


Tabella numero 3: "SV FCA"

RISORSE

EBIT FCA

COSTO OPPORTUNITÀ'

VALORE AGGIUNTO

NOX

2.625.000.000

2.558.794.644

66.205.356

VOC

2.625.000.000

31.317.829.785

-28.692.829.785

C02

2.625.000.000

16.843.535.611

-14.218.535.611

RIFIUTI

2.625.000.000

3.206.692.643

-581.692.643

ACQUA

2.625.000.000

1.257.100.000

1.367.900.000

MEDIA

2.625.000.000

11.036.790.537

-8.411.790.537

La media aritmetica dei costi opportunità consente di ottenere il costo opportunità; nel caso di FCA esso ammonta a circa 11 miliardi di euro.

Se l’impresa italo americana avesse disposto della stessa efficienza ambientale del benchmark europeo. avrebbe generato un valore economico di circa 11 miliardi di euro. Invece FCA non è riuscita a battere il benchmark in quanto ha prodotto poco più di 2 miliardi e mezzo di reddito operativo: la differenza tra reddito operativo raggiunto e il costo opportunità è il SV, in questo caso pari ad un valore negativo di circa 8 miliardi e mezzo di euro. Il SV, pertanto, evidenzia il valore economico che FCA, in virtù di una efficienza ambientale inferiore rispetto al mercato, non è riuscita a raggiungere se confrontata col benchmark. In particolare, FCA ha avuto prestazioni in campo ambientale inferiori rispetto al benchmark con riferimento ai VOC, CO2 e rifiuti, mentre invece è riuscita a fare meglio con i NOX e l’acqua.

Si sono iterati gli stessi passaggi con riferimento all’impresa Volvo.

Tabella numero 4: "Costo opportunità Volvo"  

RISORSE

EFFICIENZA EU

RISORSE VOLVO

COSTO OPPORTUNITÀ'

NOX

1.921.017

344

660.829.848

VOC

2.181.667

1.885

4.112.442.295

C02

4.201

221.000

928.421.000

RIFIUTI

105.203

27.824

2.927.168.272

ACQUA

65

4.919.000

319.735.000

MEDIA

-

-

1.789.719.263


Tabella numero 5: "SV Volvo"

RISORSE

EBIT VOLVO

COSTO OPPORTUNITÀ'

VALORE AGGIUNTO

NOX

2.537.000.000

660.829.848

1.876.170.152

VOC

2.537.000.000

4.112.442.295

-1.575.442.295

C02

2.537.000.000

928.421.000

1.608.579.000

RIFIUTI

2.537.000.000

2.927.168.272

-390.168.172

ACQUA

2.537.000.000

319.735.000

2.217.265.000

MEDIA

2.537.000.000

1.789.719.263

747.280.737

Per l’impresa svedese il costo opportunità è notevolmente inferiore rispetto ad FCA, ammontante a circa 1.8 miliardi di euro, contro gli 11 miliardi. Confrontando il costo opportunità con il reddito operativo raggiunto, pari a circa 2.5 miliardi, si ottiene un S V positivo di circa 700 milioni di euro. Volvo è riuscita a battere il benchmark, raggiungendo performance economico/ambientali nel complesso migliori rispetto al mercato. Per quanto riguarda l’impresa svedese, è riuscita a battere il benchmark con riferimento ai NOX, CO2 e acqua, mentre invece non vi è riuscita per i VOC ed i rifiuti.

5. Conclusioni

Si può affermare che Volvo ha una condotta più virtuosa rispetto al mercato, in quanto riesce a coniugare in un modo più efficiente risorse economiche ed ambientali. Mentre invece FCA ha un'abilità inferiore da questo punto di vista ed è caratterizzata da un SV negativo.

Un’ulteriore considerazione, in ordine ad una miglior capacità di Volvo rispetto ad FCA nel ricercare congiuntamente performance economiche ed ambientali, è data dal fatto che le due imprese automobilistiche hanno un reddito operativo simile, di circa 2.5 miliardi di euro. Tuttavia, ci sono differenze notevoli sugli elementi del capitale ambientale registrati dalle due case automobilistiche: infatti, per tutti gli elementi del capitale ambientale FCA ha livelli superiori rispetto a Volvo, in alcuni casi molto superiori.

È opportuno, però, segnalare che le 2 imprese analizzate, a parità di EBIT. hanno dimensioni differenti. Infatti FCA è un colosso a livello mondiale e produce molte più autovetture rispetto a Volvo e questo giustifica, sebbene in parte, i risultati ottenuti. Inoltre lo studio compiuto fa riferimento a solamente 5 elementi del capitale ambientale: non è escluso che considerare risorse ambientali diverse possa portare ad esiti diversi rispetto a quelli raggiunti.

Una possibile semplice spiegazione dei risultati conseguiti può essere rappresentata dal fatto che Volvo ha la maggior parte dei siti produttivi in Europa. Mentre invece FCA possiede stabilimenti in Europa ma anche in Paesi extra-comunitari dove, in alcuni casi, la legislazione ambientale è sicuramente meno restrittiva rispetto a quella presente nel vecchio continente.

Peraltro potrebbe darsi il caso di un miglioramento dei risultati negli anni successivi, almeno ci si augura.

Stampa