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L'eterna spada di Damocle delle clausole di salvaguardia IVA

di Giuseppe Rebecca
Il quotidiano del fisco / Il Sole 24 ore - 8 novembre 2018

Premessa

È dal 2014 che il Governo italiano propone la clausola di salvaguardia per l’IVA, a copertura di futuri sbilanci delle casse nazionali. Di anno in anno, però, le cose cambiano e invece di vedere la cancellazione definitiva di questa clausola, che di fatto sposta i problemi in avanti, assistiamo alle sue continue modifiche, con differimenti temporali e graduazioni diversificate.

Nella tabella in calce all’articolo sono elencate le previsioni di questa clausola. Come si ha modo di vedere, ogni provvedimento normativo ha cambiato non solo la decorrenza, ma anche le stesse percentuali. Per l'aliquota IVA ridotta, attualmente pari al 10%, si prevede ora un innalzamento all’11,50%, mentre per l'aliquota IVA ordinaria, al momento fissata nella misura del 22%, è previsto l'aumento al 24,50%.

In ogni caso pare strano questo diverso andamento, nelle previsioni fatte di anno in anno. Pare difficile trovare una logica all'origine delle diversificazioni e degli aggiustamenti.

Ma quest’anno c’è anche qualcosa di più; si è anche cambiato il tecnicismo legislativo. Invece di differire gli aumenti, come ad esempio era avvenuto sulla precedente legge n. 205 del 237 dicembre 2017 (art.1, c.2); norme che variano appunto l’articolo 1, comma 718 della legge 190/2014), si è preferito cambiare, e allora all’articolo 2 si prevedono riduzioni di aliquote. Quindi invece di aumenti si prevedono riduzioni, ovviamente sui già determinati aumenti. Dall’1/1/2019 l’aliquota ridotta è appunto ridotta di 1,50 punti percentuali (da 13% a 11,50%) e quella ordinaria di 2,20 punti per il 2019, di 0,80 nel 2020 e di 0,50 nel 2021.

Per il 2019 l’effetto differenziale, rispetto alla manovra dell’anno prima, dovuto all’aumento dell’IVA è stato valutato in circa 11,5 miliardi di euro e 13,5 complessivamente per i successivi 3 anni. L’effetto dovuto di questa variazione nel 2020 sarà di 13,7 miliardi di euro, di 15,6 miliardi di euro nel 2021 e 2022.

Per memoria, ricordiamo la serie storica riguardante la misura dell’aliquota IVA ordinaria negli anni, in Italia:

- 1° gennaio 1973: 12%;

- 8 febbraio 1977: 14%;

- 3 luglio 1980: 15%;

- 1° novembre 1980: 14%;

- 1° gennaio 1981: 15%;

- 5 agosto 1982: 18%;

- 1° agosto 1988: 19%;

- 1° ottobre 1997: 20%;

- 17 settembre 2011: 21%

- 1° ottobre 2013: 22%.

In oltre quaranta quarant’anni, l’aliquota ordinaria in Italia è quasi raddoppiata.

L’aliquota del 22% prevista ad oggi in Italia è di poco superiore alla media delle aliquote applicabili in tutti gli stati, pari al 21,5%. L’aliquota ordinaria più bassa nell’UE, pari al 17% è quella del Lussemburgo, seguono Malta con l’aliquota del 18% e Germania e Romania con l’aliquota ordinaria del 19%. L’aliquota ordinaria più alta (27%) è prevista in Ungheria, a seguire Danimarca, Croazia e Svezia che applicano il 25%.

L’elenco completo delle aliquote in Europa è consultabile al seguente link:

https://europa.eu/youreurope/business/vat-customs/buy-sell/vat-rates/index_it.htm

 

Disposizione

Dal

Aliquota 10%

Aliquota 22%

1

L. 23 dicembre 2014 n. 190, art. 1 comma 718

1° gennaio 2016

12%

24%

   

1° gennaio 2017

13%

25%

   

1° gennaio 2018

-

25,5%

2

L. 28 dicembre 2015 n. 208, art. 1 comma 6

1° gennaio 2017

13%

24%

   

1° gennaio 2018

-

25%

3

L. 11 dicembre 2016 n. 232, art. 1 comma 631

1° gennaio 2018

13%

25%

   

1° gennaio 2019

-

25,9%

4

D.L. 24 aprile 2017 n. 50 (conv. L. 21giugno 2017 n. 96), art. 9 comma 1

1° gennaio 2018

11,5%

25%

   

1° gennaio 2019

12%

25,4%

   

1° gennaio 2020

13%

24,9%

   

1° gennaio 2021

-

25%

5

D.L. 16 ottobre 2017 n. 148 (conv. L. 4 dicembre 2017 n. 172), art. 5 comma 1

1° gennaio 2018

11,14%

25%

   

1° gennaio 2019

12%

25,4%

   

1° gennaio 2020

13%

24,9%

   

1° gennaio 2021

-

25%

6

L. 27 dicembre 2017 n. 205, art. 1 comma 2

1° gennaio 2019

11,5%

24,2%

   

1° gennaio 2020

13%

24,9%

   

1° gennaio 2021

-

25%

7

DDL di stabilità 2019

1° gennaio 2020

11,50%

24,1%

   

1° gennaio 2021

-

24,5%

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