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Usa: i debiti dei privati, prossimo disastro annunciato

di Giuseppe Rebecca
portale Lettera43.it, 16 marzo 2018

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L’economia statunitense, 10 anni dopo la crisi dei subprime immobiliari che ha così pesantemente colpito tutto il mondo, come sta andando? È legittimo chiederselo, anche alla luce dei dati non tutti positivi. Ci riferiamo in particolare all’andamento dei debiti dei privati, già elevati e che sono ancora aumentati in modo strepitoso, in questi anni. D’accordo che i consumi corrono, negli Usa, ma anche i debiti hanno corso, e molto. Parliamo di 13.150 miliardi di dollari, nuovo record del debito privato così determinato dalla Federal Reserve di New York con riferimento al quarto trimestre 2017. Il debito è impressionante, supera il debito del 2008 di circa 470 miliardi ed è così suddiviso:

  •  9.330 miliardi costituiti da mutui;
  • 3.820 miliardi di prestiti al consumo.

Totale 13.150 miliardi di dollari. E i prestiti al consumo sono ovviamente caratterizzati da garanzie inferiori rispetto ai mutui, che già hanno creato un gran disastro. Per questi ultimi, le voci più rilevanti sono:

  • 1.380 miliardi come prestiti agli studenti;
  • 1.220 miliardi per l’acquisto di auto;
  • 830 miliardi per carte di credito.

Il tasso di deliquency delle carte di credito è in aumento, ed è arrivato al 7,6%. Le carte revolving, quelle che permettono di pagare gli acquisti a rate, hanno anche tassi di interesse molto alti. Queste carte sono utilizzate per tutti gli acquisti, ed anche, ed in aumento, per le spese mediche (la percentuale è del 17% del totale degli utilizzi). Ma se guardiamo al mondo intero, le cose non vanno meglio. Il debito globale (pubblico/privato) è aumentato in 10 anni di 70 mila miliardi di dollari. Ed è una cifra enorme, quasi incalcolabile. Si tenga conto che il Pil mondiale è di circa 77 mila miliardi e la capitalizzazione globale delle Borse è di circa 72 mila miliardi di dollari (fonte Il Sole 24 Ore, 12/4/17). Il debito pubblico mondiale al 2017 era pari a 215 mila miliardi, di cui appunto un terzo aumentato negli ultimi 10 anni. La situazione globale diventa quindi sempre più a rischio, e ciò è in parte dovuto anche agli stimoli anticiclici (automatici o discrezionali) che avevano l’obiettivo di stabilizzare l’economia. Più di qualcuno si domanda se non ci siano già i segni per una nuova crisi finanziaria globale. E più tardi questa arriverà, tanto maggiore sarà la sua virulenza.

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