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Commercialisti: Il futuro è negli studi associati

di Giuseppe Rebecca
Il Sole 24 ore  - 6 giugno 2019

Stupisce che il tema delle specializzazioni sia stato negletto, per molto tempo.

Il mondo delle imprese italiane in questi ultimi 40 anni ha fatto passi da gigante e si è strutturato per competere nei mercati mondiali; le aziende sono irriconoscibili, se le raffrontiamo con il recente passato. E cosa abbiamo fatto noi, dottori commercialisti? Ben poco; si è vissuto in parte di rendita, e poco o nulla si è fatto non dico per variare la nostra professionalità, ma nemmeno per analizzarne le caratteristiche e le diverse prospettive.

Il mondo delle aziende chiede sempre maggiore professionalità, è sempre più esigente e chiede soluzioni veloci, competenti e possibilmente non troppo costose. È pacifico che il professionista singolo non potrà mai soddisfare queste esigenze. Il futuro della professione personalmente lo vedo in due aspetti tra loro collegati. Lo studio associato (vero studio associato, non solo centro di costi comuni) di una certa dimensione, al cui interno i vari associati possono trovare spazio per una specializzazione. A ciò spinti sia dalle caratteristiche personali di ciascuno, sia dalle esperienze avute.

Quindi specializzazioni sì. Ma accompagnate da una struttura degli studi che deve aumentare. Non esiste un modello unico di studio associato, ma varie esperienze, nel territorio. Ognuno valuterà la struttura più confacente alle sue aspettative e alle sue prerogative.111

In sintesi, il nostro futuro sta negli studi associati, con colleghi specializzati. Qualsiasi altra impostazione sarà perdente.

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