Vicenza, Sabato 27 Aprile 2024

Arbitrato

gdcGIUSEPPE REBECCA, STEFANO RISALITI, ANTONIO TOSI

Quaderni del Giornale dei Dottori Commercialisti a cura della commissione di Studio "Arbitrato" del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti - gennaio 1998

(dalla presentazione di Luigi Martino )
«Quando si parla di arbitrato si potrebbe pensare subito ad un istituto giuridico elitario, costoso e rapido: è la "giustizia privata" in alternativa a quella ordinaria. Come molte cose nella nostra Pubblica Amministrazione, anche la giustizia è in teoria per tutti, ma diventa per nessuno per i suoi tempi biblici.

Le origine storiche e l'esperienza di altri Paesi indicano, tuttavia, per l'arbitrato un ruolo e una "dignità" ben diversa: l'arbitrato è diffuso nei contesti a maggiore sviluppo economico e non già a minore funzionamento della giustizia, segno che le caratteristiche dell'istituto lo rendono particolarmente adatto per la definizione delle controversie nell'ambito delle attività commerciali ed imprenditoriali. Certamente gli operatori economici apprezzano la celerità dello strumento e anche la sua riservatezza. Vi è, però, un altro elemento che ne determina il successo: il giudizio arbitrale - si pensi all'arbitrato irrituale o a quello secondo equità che non a caso sono le forme più diffuse - privilegia la sostanza della controversia al formalismo della procedura. Pone come primo obiettivo il raggiungimento di un accordo che estingua la controversia e solo in ottica strumentale il rispetto dì un dato procedimento.

Individuata l'essenza dell'istituto appare evidente che i dottori commercialisti possono svolgere un importante ruolo, non solo, come accade attualmente, in qualità di consulenti: il bagaglio di esperienza e l'attitudine alla mediazione, sviluppate nella attività di consulenti di impresa, consente loro di entrare direttamente nel processo decisionale, almeno degli arbitrati in materie economico-commerciale. D'altronde non si deve dimenticare che la nostra professione è stata definita a livello europeo professione giuridico-economico-contabile: accanto alla competenza economica la cui importanza ho già evidenziato, i dottori commercialisti hanno anche la preparazione giuridica di base su cui certamente non sarà difficile innestare quelle conoscenze necessarie per amministrare bene un istituto giuridico. È, poi, perfino superfluo ricordare quanto anche l'altra nostra tradizionale competenza, quella economico-contabile, sia preziosa nelle controversie in cui la materia del contendere e di conseguenza l'attività degli arbitri riguarda rapporti societari e/o problemi aziendali che richiedono una complessa valutazione e quantificazione delle rispettive rivendicazioni.

Quindi, per la nostra professione potrebbero aprirsi ampi spazi in questo settore che, come mostrano le esperienze di altri Paesi è così utile per l'attività economica. Tale processo, si badi bene, favorirebbe anche una più ampia diffusione dello strumento di cui molti lamentano il carattere elitario e la eccessiva somiglianza, per il modo in cui è amministrato nel nostro Paese, al procedimento ordinario. Quello che manca è la conoscenza dell'istituto, ma forse ancora di più la consapevolezza del ruolo che la nostra professione può svolgere in e per esso. Il presente libro vuole essere un modo - che si inserisce in un più vasto progetto di sensibilizzazione promosso dal CNDC - di rimediare a tali lacune.»

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